Temi caldi per l’oro: Stima del tasso d’inflazione, uscita dalla politica accomodante e calo della domanda di oro fisico in India. Quali i possibili risvolti ora?
La politica accomodante della FED durante l’era pandemica e l’aumento delle spese federali sono costati molto agli Stati Uniti in termini di rapporto deficit/Pil con un possibile aumento di quest’ultimo al 108%, superando il record del 106 percento stabilito subito dopo la seconda guerra mondiale. Il debito pubblico degli Stati Uniti potrebbe raddoppiare nei prossimi 30 anni, raggiungendo un livello del 202% del PIL entro il 2051 secondo il CBO – Congressional Budget Office, un organismo indipendente di Capitol Hill.
La Federal Reserve, che ricordiamo non ha ancora ritoccato ne i tassi di interesse ne la misura di acquisti del piano di QE, ha dovuto rivedere i suoi piani circa possibili aumenti dei tassi, prevendo così di aumentare questi ultimi due volte entro la fine del 2023. Agli operatori di mercato non è andata a genio l’idea che la FED abbia abbandonato la sua politica accomodante così presto, dopo le recenti dichiarazioni “colomba”. Tuttavia, la banca centrale non ha fornito alcuna indicazione su quando inizierà a ridurre il suo aggressivo programma di acquisto di obbligazioni, sebbene il presidente della Fed Jerome Powell abbia riconosciuto che i funzionari hanno discusso la questione durante la riunione.
Tassi d’interesse: la FED costretta a rivedere le stime!
La Federal Reserve mercoledì ha aumentato considerevolmente le sue aspettative per l’inflazione quest’anno; la banca centrale si aspetta ora un tasso d’inflazione sul potere d’acquisto del 3,4%, ovvero un punto percentuale al di sopra delle stime di Marzo. Queste previsioni arrivano proprio nel momento in cui gli USA stanno affrontando il più grande aumento dei prezzi al consumo da tredici anni a questa parte. Tuttavia Powell stima che l’inflazione potrebbe scendere significativamente al 2,1% nel 2022 e aumentare leggermente al 2,2% nel 2023.
Qual’è stata la reazione sul mercato dell’oro?
Al momento della scrittura i prezzi del future dell’Oro con scadenza ad Agosto perdono oltre 4 punti percentuali, scambiando ora sotto i 1800 dollari. L’indice del dollaro è balzato al suo livello più alto in due mesi contro il paniere delle sei principali valute a livello globale, rendendo l’oro più costoso per i suoi possessori in altre valute. L’aumento dei rendimenti dei titoli a 10 anni, le stime di un aumento dei prezzi al consumo e dell’inflazione sul potere d’acquisto, il passaggio da una politica accomodante ad una politica più aggressiva, la riduzione del QE sono tutte misure che rafforzano il biglietto verde ed indeboliscono i metalli preziosi quotati in dollaro statunitense.
Nonostante la ripresa economica sia stata fino ad ora guidata dall’inflazione, gli investitori credono in un accelerazione della crescita statunitense ed abbandonando il bene rifugio per eccellenza concentrando i loro investimenti su quegli elementi che fino ad ora non erano redditizi, ma che ora potrebbero diventare tali. In area tecnica il supporto a 1780 potrebbe reggere e consentire agli orsi di riprendere fiato, tuttavia come già detto nel nostro precedente articolo, non sono da escludere ulteriori ribassi in un ottica di medio-lungo termine. Importantissima resta la tenuta del livello a 1690 dollari.
Domanda di oro fisico in calo
Secondo Reuters le esportazioni di oro della Svizzera in India sono crollate a Maggio a causa dell’impennata di casi da coronavirus nella popolazione. L’India è il secondo maggiore acquirente di lingotti; la domanda di oro fisico dalla Cina invece è rimasta forte, ma invariata. Gli acquisti consistenti dalla Thailandia e dall’Ungheria negli ultimi mesi supportano le aspettative di importanti investimenti in oro da parte delle banche centrali di questi paesi quest’anno.